23 aprile 2007

Fight Pillow

Ebbene si, sabato scorso sono stato a Bologna insieme alle mitica Gattafruata a fare una cruentissima battaglia di cuscini! (o fight pillow che dir si voglia, se ve la volete tirare un pò). Ora questa cosa dopo il film... che era bo? La notte prima degli esami credo, non l'ho visto ma dovrebbe essere quello, inzomma dicevo ora stà battaglia di cuscini è un pò inflazionata ma forse non è proprio un malaccio perchè eravamo in tantissimi e in questo caso più siamo è più ci si diverte. Altro discorso è il Flasch Mob che è meglio se non viene divulgato troppo perchè se poi tutti lo conoscono non c'è più divertimento. Il Flasch Mob deve rimanere una cosa di nicchia, come direbbe Gattafruata. Sabato saremmo stati 300 (nessun riferimento a quella caata di film) e ci siamo divertiti tantissimo. E' durato un'ora! Abbiamo dato e preso botte da orbi e mangiato non sò quante penne!. Gattafruata che c'ha più tempo libero di me visto che non fa nulla tutto il giorno..... forse vi farà un resoconto dettagliato della giornata! Io c'ho da fà....
Un saluto a chi c'era!

20 aprile 2007

Vorrei regalarti....

Io credo che mai nulla succede per caso. Ogni cosa che facciamo, ogni cosa che succede intorno a noi ha un suo motivo anche se spesso noi non ce ne rendiamo conto.

Quindi vi racconterò una storia. Anzi oggi ve la canto!


Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore


Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un’emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare


Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore


I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?

Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi

Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora


Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita sono
vent’anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare.

(Simone Cristicchi)



Vorrei regalarti la felicità, te la meriti.





Cogliam d'amor la rosa:
amiamo or quando esser si puote riamato amando.

(Torquato Tasso)

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17 aprile 2007

Ti vedo bene ciccio! ....

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Nessuno è più infelice che la maggior parte di quelli che sono generalmente ritenuti felici
(Seneca)

.... allora ti serve un'oculista per il cuore!
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16 aprile 2007

Qualcuno mi ha chiesto

Nell'attesa di tempi migliori in cui il carico di lavoro sia minore e mi permetta di scrivere uno dei miei fantasticosi post così richiesti e seguiti da tutti i blogger del mondo, vi copioincollo qualche spunto di riflessione.

Qualcuno mi ha chiesto giorni fa se, potendo rinascere, avrei vissuto la vita in maniera diversa. Lì per lì ho risposto di no, poi ho ripensato un po' su e... Potendo rivivere la mia vita, avrei parlato di meno e ascoltato di più. Non avrei rinunciato ad invitare a cena gli amici soltanto perchè il mio tappeto aveva qualche macchia e la fodera del divano era stinta. Avrei mangiato briciolosi panini nel salotto buono e mi sarei preoccupata molto meno dallo sporco prodotto dal caminetto acceso. Avrei trovato il tempo di ascoltare il nonno quando rievocava gli anni della sua giovinezza. Non avrei mai preteso, in un giorno d'estate, che i finestrini della macchina fossero alzati perchè avevo appena fatta la messa in piega. Non avrei lasciato che la candela a forma di rosa si sciogliesse, dimenticata, nello sgabuzzino. L'avrei consumata io, a forza di accenderla. Mi sarei stesa sul prato con i bambini senza badare alle macchie d'erba sui vestiti. Avrei pianto e riso di meno guardando la televisione e di più osservando la vita. Avrei condiviso maggiormente le responsabilità di mio marito. Mi sarei messa a letto quando stavo male, invece di andare febbricitante al lavoro quasi che, mancando io dall'ufficio, il mondo si sarebbe fermato. Invece di non vedere l'ora che finissero i nove mesi di gravidanza, ne avrei amato ogni attimo, consapevole del fatto che la stupenda cosa che mi viveva dentro era la mia unica occasione di collaborare con Dio alla realizzazione di un miracolo. A mio figlio che mi baciava con trasporto non avrei detto: "Su, su, basta. Và a lavarti che la cena è pronta". Avrei detto più spesso "Tivoglio bene" e meno spesso "Mi dispiace"... ma soprattutto, potendo ricominciare tutto da capo, mi impadronirei di ogni minuto... lo vivrei... e non lo restituirei mai più.
(Erma Bombeck)

Rinunce

Rinuncia al tuo potere di attrarmi
e io perderò la volontà di seguirti.

(William Shakespeare)

11 aprile 2007

Quella Panchina

Adesso vi racconterò una storia.
A me mi garba dimolto assai andare a fare delle camminate. Quando posso cerco sempre di fare dù passi in luoghi inesplorati in montagna o in campagna e quando trovo un nuovo sentiero provo a percorrerlo per vedè dove mi riesce di arrivare. Ora un giorno lungo uno di questi sentieri scoprii una bella panchina di legno che era messa lì apposta per riposarsi perchè il sentiero per arrivare fin li era assai faticoso e dalla panchina si vedeva anche un bel panorama.
Mi piacque così tanto quella panchina che ne parlai a un amico e anche lui decise di fare quel sentiero per arrivare a quella panchina ed ammirare il panorama che si vede da lì.
Così io gli spiegai a grandi linee da dove partiva il sentiero, gli dissi anche che era un pò difficile da percorrere, gli feci gli augiri di buon vieggio e così lui partì cammina cammina, lungo questo sentiero verso la panchina. All’inizio il sentiero in questione è piacevole da seguire anche se si incontrano subito delle difficoltà da attraversare, ciottoli, buche, qualche albero caduto di traverso però si procede abbastanza speditamente anche perchè c’è l’entusiasmo del viaggio appena intrapreso e dei posti nuovi che si stanno scoprendo. Poi però più che si và in là e più che il sentiero diventa difficile da percorrere. I ciottoli diventano dei massi belli grossi tutti bitorsoluti, le buche deventano delle belle voragini e dei fossi e certe volte la vegetazione è così intrigata che non si vede dove si mettono i piedi e non si capisce più dove si stà andando. Per questo capita che tanti di quelli che iniziano a percorrere questo sentiero dopo un pò decidano che si sò stancati e si fermano o tornano indietro a casina loro.
Ora il mio amico dopo aver attraversato fossi, aggirato massi, scivolato dentro buche ma che poi s’era rialzato e aveva continuato, mezzo stronco, stanco morto, con i ginocchi sbucciati e tutto graffiato dai pruni che aveva trovato lungo il percorso, arrivò anche lui alla famosa panchina.
Quando si mise a sedere lì accanto a me sulla panchina per ripigliassi dalla faticaccia che aveva fatto per arrivare fin li gli sembrò che la panchina fosse dimolto ma dimolto comoda che era proprio adatta per far riposare i poeracci stanchi che arrivavano fin lì dopo aver attraversato tutte le difficoltà del sentiero e il panorama che si vedeva da lì era dimolto bello assai.
Ora mentre erimo lì a riposarci tutti contenti sulla panchina si vide arrivare una Jippe a tutto fòo lungo il sentiero testè percorso con grande fatica. Arrivata la Gippe nei pressi della panchina si sofferma e ti scaricano quasi al volo un tipo, dopodichè la Gjppe riparte. Il tipo appena sceso si guarda un attimo intorno per capì dov’è e poi anche lui viene a sedersi sulla panchina. Appena seduto si volge verso di noi e ci fà “Però scomoda questa panchina è! M’hanno detto che era bello qui che c’era un bel panorama e una panchina comodissima da cui ammirarlo ma a me questo posto mi fa dimolto caare assai!”
Ora da questa storia che vi ho raccontato io ho capito due cose:
1) Che non sò come si scrive Giippe
2) Non ve lo dico. Pensateci da soli che se no è inutile.

10 aprile 2007

Mi girano!!!!

Uffa che palle!!! Oggi mi girano a manetta e la cosa che me le fa girare di più è non sapere perchè mi girano!!! Si è così! E’ da quando mi sono alzato stamattina che c’ho questo stato di rottura di coglioni generale per tutto, senza motivo, non sò perchè ma mi girano. Punto.
E non c’ho voglia di far nulla. Non avevo voglia di alzarmi dal letto. Non avevo voglia di fare colazione. Non avevo voglia di lavarmi i denti. Non avevo voglia di infilarmi nel traffico per andare alla stazione a prendere quel cazzo di treno affollato. Non ho voglia di lavorare, sono due ore che fisso questo cazzo di schermo in stato catatonico. Non ho nemmeno voglia di leggere le mail ne di guardare i blog dei miei amici.
Anzi non ho nemmeno voglia di scrivere sul mio blog. Ormai che ho scritto questo lo pubblico, ma ciao!

04 aprile 2007

Liberalizzazioni

No no tranquilli non mi metto a parlare di droghe più o meno leggere e via dicendo. Ora non ne ho ne il tempo ne la voglia. E' solo che ho tolto la moderazione ai commenti quindi siete liberi di scrivere il che vi pare. Ricordatevi però che i Troll non sono ben accetti!!!

03 aprile 2007

Non ho voglia di morire

Per lo meno non così....
Schiacciato sotto la montagna di lavoro accumulato in una settimana di assenza. Per tentare di distrarmi cinque minuti provo a leggere qualche vecchia mail messa da parte nella cartella Buglione (1). La cartella buglione è quella cartella contenente un pò di tutto. Tutte quelle mail inviatemi dai vari amici e colleghi contenente qualcosa di ganzo da tenere e girare agli altri amici. Dentro buglione ci sono filmati, barzellette, aforismi, poesie e ogni sorta di bischerate. Ogni tanto quando il lavoro mi soffoca faccio un tuffo dentro buglione per distrarmi un pò. Così ho appena fatto e che ti trovo?....


Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.


Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

(Pablo Neruda)


Ma porcaputtana! Qualcosa di allegro no è!?!?
E adesso non solo c’ho tutto stò lavoro da fare ma mi girano ancor di più perchè lo vedo proprio come tempo perso, cose inutili, entusiasmo sotto i piedi. Mi verrebbe voglia di dar fuoco a questa scrivania e andare a fare l’eremita. Ma peggio di così come si può mi chiedo.... ticchettio sui vetri.... mentre mi giro per guardare cos’è, mi viene in mente Igor “Potrebbe andare peggio... potrebbe piovere!” .... il ticchettio aumenta.... Appunto! ..... è proprio il destino è!!! e non ho nemmeno l’ombrello!!! Porcaputtana!!!

Nota: (1) – Buglione: a Firenze e dintorni stà a significare un miscuglio caotico, un'accozzaglia, un casino insomma. Buglione è anche il nome della pasticceria vicino a dove lavoro che c’ha le paste dimolto bone se vi interessasse!
Anzi sapete che vi dico? Fra poco fò festa e mi vò a piglià una pasta!!!

02 aprile 2007

Yoga

Caro il mio lettore disperso non temere che dopo una settimanuccia di pausa rieccomi qua. Fresco e bello come il sole torno a scrivere di nuovo sul mio blog. In questa settimana in mezzo ai soliti avvenimenti insignificanti che di solito accadono a tutti, anche a te mio caro lettore comune, c'è da segnalare l'inizio del corso per istruttori yoga. Un'esperienza davvero bella e interessante. Sono molto contento di aver iniziato questo corso!!!
Omshanti Namastè a tutti.... chissà come cazzo si scrive?!?!?