Vi lascio però con questo....
Qui in Kirghisia, in ogni settore pubblico e privato, non si lavora più di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di un'eventuale ora di straordinario. Le rimanenti 20 e 21 ore della giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all'amore, alla vita, a se stessi, ai propri figli e ai propri simili.
L'attuale concetto occidentale di ferie, invece, risulta feroce, quanto la concezione stessa del lavoro, non soltanto perché interferisce in modo profondo con il senso della libertà, ma perché ne trasforma il significato. Nel periodo delle ferie, milioni di persone sono obbligate a divertirsi, così come nel resto dell'anno sono obbligate a lavorare senza tregua, a sognare di trovare un lavoro o a guarire dai guasti e dalla malattie, causate da un'attività lavorativa coatta e quotidiana.
Questo meccanismo delle otto ore di lavoro ogni giorno, produce da sempre tensioni sociali, nevrosi, depressioni, malattie e soprattutto la sensazione precisa di perdere per sempre la sensazione della vita.
[Silvano Agosti, Lettere dalla Kirghisia, Edizioni l'Immagine, Roma 2007]
E torno a lavorare.....
ma vi linko anche questo....
e per ora non dico altro....
4 commenti:
U T O P I A !
Sono pienamente d'accordo con Silvano Agosti: la nostra società in realtà è una prigione con le sbarre invisibili...
Le uniche 2 scappatoie che vedo per il momento sono:
1) Viaggiare per il mondo facendo lavori saltuari così ti puoi godere la vita, finché dura:)
2) Trovare un lavoro che piace così tanto da essere considerato quasi un hobby.
Grazie per il link. Ciao ;)
oh ma la fai finita di mettere le citazioni dei libri che ho appena comprato e mi devo leggere! :)))
Ciao Crampo, devo andare via per un pò, il mio blog è diventato troppo personale ed ho deciso di renderlo privato.
Buon lavoro, si fà per dire... opprime anche me soprattutto perchè nel momento in cui metto un pò di creatività, sbaglio. Io credo che sia il dover essere uniformati ed inquadrati l'onere "più pesante" da sopportare.
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