05 marzo 2007

Tragedia e commeddia

Spesso la nostra vita vista da noi stessi la percepiamo come una tragedia, mentre vista da altri dal di fuori appare come una commedia.... io non l'avrei potuto dire meglio... il tipo qui sotto doveva essere uno che qualcosina capiva, mica Ciccirinella....

« E' davvero incredibile come insignificante e priva di senso, vista dal di fuori, e come opaca e irriflessiva, sentita dal di dentro, trascorra la vita di quasi tutta l'umanità. E' un languido aspirare e soffrire, un sognante traballare attraverso le quattro età della vita fino alla morte, con accompagnamento d'una fila di pensieri triviali.
Gli uomini somigliano a orologi che vengono caricati e camminano, senza sapere il perché; ed ogni volta che un uomo viene generato e partorito, è l'orologio della vita umana di nuovo caricato, per ripetere ancora una volta, fase per fase, battuta per battuta, con variazioni insignificanti, la stessa musica già infinite volte suonata.
Ciascun individuo, ciascun volto umano e ciascuna vita non è che un breve sogno dell'infinito spirituale naturale, della permanente volontà di vivere; non è che una nuova immagine fuggitiva, che la volontà traccia per gioco sul foglio infinito dello spazio e del tempo, lasciandola durare un attimo appena percettibile di fronte all'immensità di quelli, e poi cancellandola, per dar luogo ad altre. Nondimeno, e in ciò è l'aspetto grave della vita, ognuna di tali immagini fugaci, ognuno di tali insipidi capricci dev'essere pagato dall'intera volontà di vivere, in tutta la sua violenza, con molti e profondi dolori, e in ultimo con un'amara morte, a lungo temuta, finalmente venuta. Per questo ci fa così subitamente malinconici la vista di un cadavere.
La vita d'ogni singolo, se la si guarda nel suo complesso, rilevandone solo i tratti significanti, è sempre invero una tragedia; ma, esaminata nei particolari, ha il carattere della commedia. Imperocché l'agitazione e il tormento della giornata, l'incessante ironia dell'attimo, il volere e il temere della settimana, gli accidenti sgradevoli d'ogni ora, per virtù del caso ognora intento a brutti tiri, sono vere scene da commedia. Ma i desideri sempre inappagati, il vano aspirare, le speranze calpestate senza pietà dal destino, i funesti errori di tutta la vita, con accrescimento di dolore e con morte alla fine, costituiscono ognora una tragedia.
Così, quasi il destino avesse voluto aggiungere lo scherno al travaglio della nostra esistenza, deve la vita nostra contenere tutti i mali della tragedia, mentre noi riusciamo neppure a conservar la gravità di personaggi tragici, e siamo invece inevitabilmente, nei molti casi particolari della vita, goffi tipi da commedia. »

[ Arthur Schopenhauer, "Il mondo come volontà e rappresentazione" ]
Ma non ho ancora capito,
con la mia cultura fasulla,
chi avesse capito la vita,
chi non capisse ancor nulla.
[Francesco Guccini "Il Frate"]

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Posso solo scrivere di avertela letta. Non posso invece dare alcun commento, alcun giudizio. Sono di quelle cose che non puoi liquidare con "è vero" oppure "l'ho sempre detto" o ancora "l'ho sempre saputo ma non sapevo esprimerlo" oppure addirittura "ora che mi ci fai pensare...devo dire che ha ragione". No. Niente di tutto questo. La leggi e te la tieni dentro, come quelle cose che appartengono a te e a nessun altro e che quindi non hanno bisogno di essere sottoposte a giudizio.
è tutto. Domani interverrò con le solite idiozie. Non oggi. Un rispettoso silenzio cala.
Carrettoni

CRAMPO ha detto...

Non ci posso credere!!!! E' la prima volta che scrivi qualcosa di serio e vagamente intelligente!!! Di la verità chi te lo ha suggerito?... Ovviamente come tutti i precedenti tuoi commenti non lo terrò del minimo conto... però mi fa piacere sapere che leggi tutti i giorni le bischerate che scrivo...